Angelo Mozzillo – il pittore degli angeli.

Cari lettori, il nuovo anno si apre con una notizia a lungo attesa: è in pubblicazione il Catalogo completo delle opere di Angelo Mozzillo, afragolese illustre del passato, in due tomi, di cui il primo vedrà la luce nella seconda metà del mese in corso. Ci siamo dunque: dopo otto anni dall’inizio delle ricerche, dopo aver girato per mezza Campania, dopo aver sconfessato le fake news di chi parlava di Mozzillo a vanvera (ne parleremo), gli sforzi raggiungono la dignità editoriale.

Sarà mia cura avvisarvi appena ci sarà la disponibilità del primo volume, che coprirà gli anni di produzione mozzilliana dal 1760 al 1793.

In questa sede, stasera, mi limiterò a pubblicare una Nota biografica già apparsa nel precedente Vetus et Novus nel 2014 e copiato da vari siti senza citazione. Ormai chi scrive si è abituato a certi meccanismi della Rete e quindi non si sorprende più. In questa Nota troverete informazioni succinte su Angelo Mozzillo, che saranno meglio trattate, anche con materiale inedito o già edito ma dimenticato, in appendice al secondo tomo delle opere del Maestro, sperabilmente in produzione in primavera. Chiudono il contributo alcune foto di opere mozzilliane da me riprese negli anni.

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Angelo Mozzillo nacque il 24 ottobre 1736 nel distretto della parrocchia di Santa Maria d’Ajello da Crescenzo Mozzillo e Maria Abate, e il battesimo avvenne nello stesso giorno, avendo per madrina Maria Tuccillo1. Sembra concorde presso gli storici che abbia trascorso un periodo di apprendistato presso la bottega di Giuseppe Bonito, pittore stabiese che lavorò alla corte dei Borboni. Subito dopo, Mozzillo iniziò a produrre in autonomia, e proprio a partire dalla sua città natale. Afragola conserva oggigiorno le tele L’Addolorata ai piedi della Croce in Santa Maria d’Ajello, San Giorgio che abbatte il Tempio di Apollo e L’Addolorata in San Giorgio, l’affresco di San Vincenzo Ferrer del 1804 oltre alla famosa edicola (in verità attributagli) della “Madonna delle Grazie”, in via Domenico Morelli. Negli anni Settanta, Mozzillo si trasferì a Nola. Il 16 luglio 1766 sposò a Lauro di Nola Francesca Fiorino e da allora visse stabilmente nel nolano.

Il Maestro fu chiamato a dipingere soprattutto affreschi in varie zone della Campania, man mano che la sua fama si ingrandiva. Tra le città dove operò, con committenze ecclesiastiche e laiche ci furono: Napoli , Nola, Caivano, Acerra, Casoria, Cimitile, San Vitaliano, San Paolo Belsito, Palma Campania, Cicciano, Pago Vallo del Lauro, Castellammare di Stabia, Sparanise, Rocchetta e Croce, Calvi Risorta, Cerreto Sannita, Santa Maria a Vico, Marigliano, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Polla, Gragnano, Agerola e Massalubrense, dove il suo “San Pietro” per la chiesa di Monticchio, del 1807, è l’ultima sua opera arrivataci. Dall’ “Elogio funebre” che lo scenografo napoletano Mariano Farina dedica al pirotecnico veneziano Pietro Monti, morto nel maggio 1810, ricaviamo che Mozzillo, amico comune di entrambi, “morì pochi giorni prima di Pietro Monti e tal perdita fu compianta da tutti gli amatori delle belle arti”. Quindi il pittore afragolese morì presumibilmente tra la fine di aprile e l’inizio di maggio del 1810.

Tutta la sua produzione, apprezzata per la sua velocità d’esecuzione, fu incentrata sulle rappresentazioni sacre e sulla ripetizione di motivi e di soggetti quasi identici fra di loro, al punto da sospettare l’utilizzo di “cartoni” (immagini standard di angeli, santi, madonne che venivano usati a ogni nuovo quadro cambiando solo colore e abito).

Particolare la storia dell’affresco di San Vincenzo Ferrer, posto nell’androne di un palazzo privato in via Plebiscito di Afragola: in una guida ai monumenti della città del 1993, si fa riferimento a quest’opera dicendo che è accompagnata, nella seconda parte dell’androne, da un’altra dedicata a San Michele, sempre di mano del nostro pittore. Intervistando però gli abitanti del palazzo, ho saputo che il San Michele fu rimosso o imbiancato con lavori immediatamente successivi al terremoto del 1980. Quindi gli autori del 1993, molto noti in quanto appartenenti all’elitè culturale della città, non si erano neppure degnati di andare a visionare di persona quello che scrivevano, e avevano dato per esistente un affresco scomparso 13 anni prima! Un tipico esempio su chi e su come è stata trasmessa cultura in questa città negli ultimi decenni.

Si sa che a Nola fondò una sua bottega, ma si ignora se altri allievi abbiano avuto successo al pari del maestro. Una tradizione nolana, non verificata, afferma che lasciò una figlia che riprese i metodi del padre, e che fungeva da restauratrice delle opere paterne. L’incendio del Duomo di Nola, avvenuto all’indomani della conquista della città nel 1860, avrebbe distrutto, tra le altre opere, anche quelle di questa presunta figlia – discepola di Mozzillo.

Dopo la scomparsa del Maestro, la sua figura fu per lungo tempo dimenticata e Afragola, pur dedicandogli prima una via nel centro storico ove probabilmente era nato e poi un plesso scolastico, non ha curato la sua memoria in maniera adeguata. Fino ad ora, almeno.

Nota.

1 L’atto che attesta la nascita e il battesimo del Mozzillo nella chiesa di Santa Maria d’Ajello in Afragola è stato pubblicato ne “Il Caso Afragola”, 2a edizione, 2018.

Addolorata ai piedi della Croce, particolare. Afragola, Santa Maria d’Ajello.
Madonna delle Grazie. Afragola, cantone fra le vie Pigna e Morelli.
Presentazione della Vergine al Tempio. Nola, Chiesa dell’Immacolata.

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